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Werther: il primo influencer del dolore?

Chi pensa che I dolori del giovane Werther sia solo una storia d’amore ottocentesca si sbaglia. Quando Goethe lo pubblica nel 1774 ha poco più di vent’anni, eppure la sua opera è destinata a diventare uno dei classici più amati di sempre. Il romanzo, scritto in forma di lettere, scuote l’Europa e diventa un caso culturale. Werther, giovane colto e sensibile, si scontra con una società che reprime l’emotività e impone il conformismo. Ama Charlotte, ma non può averla. Più che l’amore non corrisposto, però, è la sua incapacità di adattarsi a un mondo rigido che lo consuma e lo si legge chiaramente nelle lettere che invia all’amico Wilhelm.

Goethe dà voce a una generazione di giovani che si sente fuori posto, e con questo libro apre la strada al Romanticismo. Oggi, Werther ci parla ancora: è l’emblema di chi sente troppo in un’epoca che preferisce filtrare tutto. Dove un post su Instagram sostituisce una conversazione vera, la sua intensità emotiva appare quasi rivoluzionaria.

Leggere Werther oggi è un invito a non aver paura della fragilità, ma a viverla con onestà. Perché c’è forza anche nel sentire profondamente. Oggi, nell’epoca dei social e dell’apparenza, leggere Werther è un gesto controcorrente: ci ricorda che le emozioni vere, anche quelle più dolorose, non vanno nascoste, ma comprese perché sono senza tempo.