Nella notte tra il 6 e il 7 maggio l’Aviazione militare indiana ha colpito con diversi raid il Pakistan e il Kashmir pakistano, provocando almeno 34 vittime e una cinquantina di feriti.
Per il premier pakistano Shebaz Sharif il suo Paese “ha tutto il diritto di rispondere con la forza a questo atto di guerra”. Così, nelle ore seguenti, sono state effettuate delle rappresaglie sul lato indiano del confine de facto del Kashmir, il cui billancio è di 10 morti.
L’offensiva di Modi si può considerare la risposta all’attacco terroristico perpetrato, il 22 aprile scorso, dal gruppo terroristico Resistenza del Kashmir, per l’India finanziato dal Pakistan.
Anche per questo sarebbero stati colpiti solo obiettivi riconducibili a gruppi terroristici e non installazioni dell’esercito pakistano.
Gli esperti ancora non sanno se si tratti dell’inizio di una guerra, ma va ricordato come durante il governo Modi, nel 2016, ci sia già stato un attacco simile a quello delle scorse ore, senza però portare ad un conflitto.
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